2° classificata
Donatella Lanza
Icona
Ho abbassato i lembi irati di luce
e cosparso nell’aria
aromi fieri di sottoboschi perduti
ho socchiuso la porta
per lasciare insinuarsi
la speziata sacralità del dubbio
tra il tuo guanciale di stelle nane
e le mie mani pesanti di sonno.
Ora dormi figlio
la notte fuori allarga la sua ombra
su ferite aperte e cavalcate di sogni.
Camminerò scostata dal tuo sguardo
ti osserverò dietro angoli assolati
portare il tuo passo inquieto
di giovane capriolo
lungo sterpaglie e magici argini.
Custodirò i virtuosismi del tuo cuore e del tuo pensiero
in fondo a piccole baie silenziose
rifugi di gabbiani in corsa.
Mi muoverò sottovento
fiuterò le presenze ostili
e te le indicherò
come un buon cane addestrato
senza mai rivelarmi ai tuoi occhi.
Ora dormi figlio
nella ninnananna della luna
nello sbadiglio di questo sole virtuale
Imparerai che il confine
tra il giorno e la notte
è solo un’orma di vento nella tua mente.
3° classificato
Lucio Rossi
Esame
Dall’altra parte del tavolo,
rosso-blu la matita alzata
all’altezza del mento,
mi interrogavi seria sui
perché del mio amore.
Cosa potevo dire a quegli
occhi dietro le lenti,
alla nuova pettinatura
da paggio, al foglio bianco
che attendeva risposte?
Non certo che avevi piantato
radici nell’anima, non sapevo
per quali sentieri, e che l’amore
ti tiene così, ogni volta
beffando i perché.
Ma altri motivi volevi,
facili da smontare con
buon senso e rigore, e
così farmi convinto,
finito il tuo amore, che
per me era lo stesso.
Segnalato dalla Giuria
Enzo Agostino
In morte di mia madre
Nel vano delle porte il tuo profilo
ellittico si stampa perentorio
tra incerte geometrie e inquieti transiti
ora che il tempo crolla dal quadrante
dell’orologio a muro, pur se restano,
esatti, il ritmo e il senso dei tuoi gesti
che accordano ancora indici e numeri
sopra il divano a fiori, dove il cuore
cadenzava ineffabili ritorni.
Fuori gemmano gerani e ortensie,
accendono colori dietro i vetri
schermati, tessere ricompongono
d’altri luoghi e stagioni devastati
da gramigne, da logli e parietaria.
E tu sei qui e altrove e in ogni luogo
dove miagola un gatto o esplode un seme
o lievita la pasta nella madia,
come fermenta il sangue che m’hai dato
che spendo come prezzo della vita.
Segnalato dalla Giuria
Loriana Capecchi
Fanciulli
E ci rideva l’erba, l’aria, il fondo
di un cielo capovolto nelle fosse
azzurro una stagione. Forse neanche.
E verde un gracidare ci chiamava
da specchi quasi in secca oltre le canne.
Soli
nei pomeriggi magici d’estate.
Il calabrone perso in cerchi d’oro.
Bianca
la strada vuota di parole.
Pareti non aveva la campagna.
E il vento ci prendeva fra le braccia
sciogliendoci ogni fiocco dai capelli
rapiti uccelli
foglie vagabonde
in fuga verso poggi di lavanda.
Perdute le ali
resta solo il sogno
che ancora pesca al fondo nostalgie
versando a riva guizzi di rimpianto.
Ma il fiume adesso ha sponde di cemento
le stesse allora ariose di fanciulli
già letto di ranuncoli e verbena.
Scivola l’acqua senza una memoria.
Il vento passa muto e non rammenta.
Segnalato dalla Giuria
Roberta Degl’Innocenti
La notte mi sorprenderà
La notte mi sorprenderà
con passo di gazzella
e mani di velluto,
a frugare nel letto
del mio sogno,
ed io,
creatura di vento
e di chimere,
mi tengo stretta
al volo di gabbiano,
brucia la notte,
nel cavo della mano,
gatto randagio,
morbido e graffiante,
dietro lo schermo
si sciolgono i colori
e vibra forte l’aria
e coglie il mio sapore.
Segnalato dalla Giuria
Graziella Dragoni
Stanza sul mare
Il mare russa, nella stanza accanto,
presente, regolare, affranto.
E sogna l’antico
canto di sirena.
Ha gli occhi gonfi
e lacrime di spuma.
Io sogno.
Di quando mia madre con la veste a fiori
giovane e forte
i rossi capelli aveva raccolti
con nastro di velluto.
Poi fu di lutto.
Il padre assieme a me
ancor coglieva
conchiglie sulla scogliera
dolce di sguardi e di parole.
Il nonno, spavaldo allora,
un rosso boccale mi porgeva
per brindare nelle serate
di camino acceso
e di antica saggezza.
E poi la nonna, vestita di merletto
sul letto, morta, come di cera.
Sogna anche il mare, e retrocede
la sabbia sotto i piedi
nell’alba appena stinta
chiudendo il mai compiuto
gioco delle onde.
Il mare dorme e scende
intanto la sua pace entro di me,
impulso irresistibile di aprire
la finestra sul moto esterno
per lenire l’intima immobilità.
Segnalato dalla Giuria
Gabriella Girelli
Lectio brevis
Silenzio, non una parola.
La scuola è finita.
Sui muri stupiti del vuoto,
sbadigli di luci,
dai banchi, incroci di vita,
bisbigli di voci.
Dammi la soluzione!
Stagione più fresca di questa non c‘è…
Clessidra svuotata
in breve finita
stagione passata
un lampo di vita.
Segnalato dalla Giuria
Rita Lavino
Emozioni
Cerco emozioni
tra i confini evanescenti
di case di cristallo sospese nell’aria
tra margini fluttuanti
piani trasparenti incastrati tra particelle di luce.
Le inseguo nel mondo
sul filo degli armonici contrasti di Matisse
negli infiniti azzurri del mare che amo
nelle sfumature del cielo che lo sovrasta
nel sentimento del mondo che pretende
relazioni d’amore e prospettive senza fine.
Emozione che mi sorprende
nell’azzurro cangiante dei tuoi occhi
nella distanza che contiene l’attimo
magicamente sospeso tra i nostri sguardi.
Emozione che m’invade
nella suggestione delle tue mani
aperte e chiuse
che si danno come simboli precisi della conoscenza.
Emozioni che mi danzano dentro
al ritmo crescente
delle voci care dei miei figli
che colgo tra i pilastri dei loro sogni
nella policromia di colori spruzzati d’un colpo
contro muri bianchi.
Segnalato dalla Giuria
Claudio Merini
Crisalidi
Sull’esile trama della fantasia
tesso segrete tele
di pensieri esiliati,
nell’ombrosa quiete
dove il canto delle cicale in onda
i vacui meriggi dell’anima.
Non attendo prede, né
mi darò in pasto.
Filo intorno a me il bozzolo
che sarà rifugio
durante l’anodino trascorrere
sul selciato d’una galassia.
Viandante celeste
trasmigro inosservato
verso l’Assoluta Assenza
che da sempre mi chiama.
Segnalato dalla Giuria
Sandro Montalto
Non dire niente
Ferma,
non dire niente.
È una sottile
bava di fumo
che va verso l’alto,
verticale;
è un ritmo lontano,
uno scandire modesto
appena udibile;
è un frammento di parola
in parte cancellata per sempre
nella sua intonazione
da un rumore inquisitore
questa nostra realtà,
stasera,
questa schiuma di realtà.
Non so se anche noi
nel fischio del silenzio
siamo un’ombra,
la visione di qualcuno.
Porti con te un ago,
notte complice
in un blu elegante,
notte che si astiene,
per far scoppiare questa nostra
bolla di desiderio?
Segnalato dalla Giuria
Daniela Raimondi
Naufragio
Ed il tuo corpo stanco
abbandonato come naufrago alle onde del mio corpo
aspetterà il soffice silenzio della notte
sulle mie spiagge chiare
quando ti inventerò un sussurro
una musica lieve,
un coro ed un inno d’amore
per crearti di nuovo
e per scoprirti, agli albori del giorno,
con primitivo stupore
Lucente di Vita.
Segnalato dalla Giuria
Claudia Ruffino
Estate lontana
Scorgo nella notte
tra le chiome sventate
delle acacie
la trama dei sentieri
della mia infanzia.
finestre chiuse
come tristi occhi spenti
vigilano destini abbandonati
sulla rena sbiancata
da maree di ricordi.
Echi nel vento
volgono al passato
gravido di memoria
riportando i profumi
di un’estate che scolora
nei rintocchi muti
di sogni dimenticati.
E non è facile ascoltare
i sussurri del tempo
compagni di un cammino
giunto fino a qui
piangendo lacrime
sospese nel vento
di un’estate lontana.